mercoledì 8 gennaio 2014

Dio non ti salva la vita, ma gli spammer sì.

Primo appuntamento con il riepilogo settimanale dei fatti che mi hanno colpito di più. 

Schumacher, Bersani e altri che non si decidono a morire.

Prima di entrare nel vivo, un breve riepilogo di alcuni fatti magari poco noti a chi ha poca famigliarità con i social network. 
Le pagine di Facebook, come qualsiasi altra merce, hanno un prezzo. 
Il valore è determinato principalmente da 2 fattori: numero totale dei "like" (ovvero le persone che hanno deciso, in un modo o nell'altro, di seguire una determinata pagina) e il numero di "persone che ne parlano" (ovvero, semplificando, le persone che sono interessate ancora in quello specifico momento ad un argomento, quale che sia quello trattato in quella pagina). Più è alto il numero dei "like" e più sarà alto il valore della pagina.
Creare una pagina molto seguita non è una cosa semplice, su Facebook ce ne sono una miriade, alcune seguite anche da milioni di persone, altre con poche decine di "fan". 
Per ovviare al problema "cosa diavolo ci metto dentro la mia pagina per far sì che la gente la legga?", si può ricorrere alla cronaca. Grazie ai siti di informazione, oramai, si viene a sapere - ad esempio - della morte di un "VIP" prima che lo sappiano gli eredi. E allora sarà facile raccogliere molti "fan" in pochissimo tempo, basta dedicare una pagina al 'morto del momento' e, sull'onda della commozione (talvolta persino cerebrale), sperare di raccogliere una montagna di 'clienti' in pochissimo tempo.
La sorte di molte di queste pagine è la seguente:
1- Morte di un personaggio famoso.
(1 secondo dopo)
2- Sito di informazione che riporta la morte del personaggio famoso.
(10 secondi dopo)
3- Nascita della pagina "R.I.P. [Nome del personaggio famoso]".
(ore subito successive alla morte)
4- Ricerca di foto su google ritraenti il personaggio famoso, pubblicazione delle stesse con diciture tipo: 
"Mi piace = rispetto, Condivisione = mi manchi, Ignora = sei un pezzo di merda, vergognati, è colpa tua se è morto, magari domani ti svegli e guardi i fiori dalle radici e te lo sarai pure meritato".
L'utente tipo, di fronte a cotanto amore, si trova spiazzato e solitamente decide - non si sa bene perché - che sia giusto mettere, per lo meno, un "mi piace", quando non si trova proprio nella condizione di condividere anche l'immagine.
(giorni successivi)
5- Abbandono della pagina, vendita della stessa, inizio di spam selvaggio. Pubblicazione di siti d'appuntamento, siti pornografici (purtroppo a pagamento), siti di gioco d'azzardo, omelie di Emilio Fede e altre cose che nessuno di noi guarderebbe di sua spontanea volontà.
Tra il punto 4 e il punto 5, molto spesso avviene - ovviamente in privato, al riparo da occhi indiscreti - una transazione tra il vecchio proprietario (che chiameremo 'becchino') e il nuovo proprietario (che chiameremo l''ereditiere').
Non tutte le pagine dedicate al morto hanno queste caratteristiche, esistono anche 'becchini' in buona fede, che fanno quella pagina per vera e propria stima nei confronti del neo-morto, ma sono - ahimè - una piccola percentuale e, solitamente, non arrivano che a poche centinaia di persone.
Vincono gli squali. Come spesso accade. Talvolta anche fuori dall'acqua.

La prima notizia è di poco più di una settimana fa, ma non sottilizziamo. Michael Schumacher, celebre ex pilota di Formula 1, è caduto in sci e le sue condizioni sono molto gravi da allora. Mentre i medici tentavano l'operazione che - almeno per ora - gli ha salvato la vita, su Facebook si è aperta la corsa per avere la pagina "R.I.P. Michael Schumacher" con più iscritti. 
L'ottimismo è il sale della vita (cit.)

Per vincere una gara, solitamente, bisogna andare più veloce degli altri. Ma su Facebook si è ben pensato di partire prima del 'Via'. 
A poche ore dall'incidente erano già oltre 30 le pagine dedicate alla memoria del povero campione tedesco oramai dato per spacciato. 
Poi i medici hanno concluso l'operazione, le sue condizioni si sono stabilizzate e per i poveri spammer è stato tutto un lavoro sprecato. 
Ora i medici dovranno sottoporre l'atleta ad un nuovo intervento, questa volta meno pericoloso: devono staccargli le mani dalle palle.

Ma siccome le non-disgrazie non vengono mai da sole, il non-dramma si è ripetuto questa domenica: l'ex segretario del PD, Pier Luigi Bersani, si è sentito male, molto male. 
Ovviamente la notizia è finita tempo zero nella homepage dei principali siti d'informazione. 
Così lo spammer, un po' deluso dal fatto che Schumy non si decidesse a morire, si è precipitato a creare la pagina in onore del caro-(quasi-)estinto. 
Lo immagino che pensa: "Mo' almeno questo schiatta e finalmente la mia pagina da 20/30mila persone da vendere l'avrò pure io". E invece il numero dei "mi piace" si è fermato molto più in basso.
Che poi, volendo sottilizzare, sarebbe Pier Luigi.


Disgraziatamente (per il povero spammer) le condizioni di Bersani sono migliorate. I medici, nel momento in cui scrivo, si dicono molto ottimisti riguardo al futuro di Pier Luigi, anche se ammettono: "Riguardo la politica, purtroppo non possiamo farci proprio nulla". 

Oramai se una persona ha un brutto incidente, al posto di portarla al Lourdes (dove, tra l'altro, corre il rischio di incontrare Paolo Brosio. Cosa che non auguro neppure al mio peggior nemico), conviene aprire subito una pagina in sua memoria: funziona molto di più. 
Quanto a me, fortunatamente, ci hanno già pensato.

Esiste davvero, ma non viene aggiornata. Speriamo per molti anni ancora.


Citando il nostro ex primo ministro (e quando leggerete la citazione capirete da soli di chi sto parlando, senza che io sia a svelarvelo - altrimenti mi dicono che ce l'ho sempre con Berlusconi): "Sono tecnicamente quasi immortale".


Ave Maria (piena di fiori)

Cambiamo decisamente discorso: come molti di voi sapranno, dal primo giorno di quest'anno, il Colorado ha legalizzato la marijuana "a scopo ricreativo".
La foto di cui sotto ritrae un cliente che, pare, abbastanza soddisfatto (ma più che "soddis", direi proprio "fatto") della notizia.
Cliente in Colorado
La mia posizione sulla legalizzazione della marijuana è la seguente: basta con questa assurda guerra alla canapa, è ora di piantarla!
Accetto tutte le posizioni che si possono avere in materia, per carità, ma trovo che l'idea di tenere nello stesso posto (magari anche per un tempo simile) un tipo che ha in tasca i fiori di una pianta e uno che s'inchiappetta i bambini, sia un assurdo dal punto di vista logico.
"E cosa farà mai di male?" mi ha chiesto una volta un prete, non ho ancora capito a quale delle due categorie si riferisse. 
La marijuana è una pianta che ha pochissime controindicazioni: l'unica che mi viene in mente è che alcuni dei suoi più assidui consumatori, ad un certo punto iniziano ad avere in testa strani cespugli, ma mi è stato spiegato che fanno così "perché è la moda". Ne prendo atto. 

Per contro ha indubbiamente un sacco di lati positivi. Ad esempio, moltissimi studi confermano che la marijuana sia un ottimo anti-depressivo. E' di questi giorni la notizia di un ragazzo di Belluno che, dopo aver fumato alcuni grammi, è riuscito a vedere tutto "Fuga di cervelli" senza vomitare e, una volta, ha pure sorriso (anche se, appena sceso l'effetto, il ragazzo ha subito smorzato i toni precisando: "Ho sorriso solo quando ho capito che questo supplizio era davvero finito dopo aver visto apparire i titoli di coda").
Inoltre la marijuana stimola l'appetito. Non così tanto da mangiare la pasta al forno di mia suocera, ma d'altronde è solo una piantina, non può fare miracoli.

Un recente sondaggio ha rivelato che, per la prima volta nella storia, la maggioranza assoluta degli americani si dice favorevole alla legalizzazione della marijuana. I contrari sono circa il 44%, mentre il 55% si dice favorevole. Il restante 1% non ha fatto in tempo a rispondere alla domanda perché stava rollando.

Negli ultimi giorni, la marijuana ha avuto due nuovi sponsor che definirei "una manna dal cielo". 
Infatti un recente studio condotto da dei ricercatori che non sapevano proprio cos'altro fare, è riuscito a dimostrare che Gesù era un consumatore di marijuana. Ecco perché si vestiva come un hippie! 
No, io scherzo, ma lo studio esiste veramente. Lo trovate (anche) qui.

Proprio di ieri la notizia che anche Papa Francesco, da giovane, era molto devoto alla Maria. Il Pontefice ha infatti ammesso di aver "fumato marijuana". Non solo, ma pare sia anche sul punto di proporre che nella Santa Messa, al posto della ormai superata 'Frutto della nostra terra" sia inserita 'No Woman No Cry" di Bob Marley.


Per questa settimana è tutto, appuntamento al 15-01.