venerdì 11 ottobre 2013

Il reato di dissentire

UTILE PREMESSA PER I GRILLINI
Non ho nulla contro il vostro leader, né contro Casaleggio, alcune delle cose che queste persone dicono mi trovano d'accordo. 
Nessuno mi paga per "parlare male" di Grillo. 
Non sono geloso del suo talento, gli riconosco tutti i meriti che oggettivamente ha avuto e pure qualche merito che magari altri trovano un difetto, io personalmente glielo riconosco come un pregio. 
Non faccio parte di nessun partito. 
Non ho mai militato in alcun movimento, ideologicamente mi collocherei a sinistra ma senza il senso di appartenenza tipico.
Se ritengo che Grillo faccia una cosa sbagliata, mi sento in diritto (per non dire quasi in dovere) di dirlo. Ed è ciò che faccio.

UTILE PREMESSA PER GLI ANTI-GRILLINI
Non sono adatto per i blog che hanno fatto del "contro-Grillo" il proprio motto principale. 
Riconosco dei meriti al M5S e porto anche delle critiche ma non penso ne meritino quante (se non di più) ne meritino tutti i partiti che sono entrati in Parlamento da questa "Seconda repubblica" in avanti.


Il reato di dissentire.

Oggi è uscito un articolo intitolato "Il reato di clandestinità" sul blog di Beppe Grillo. Nel post (che credo vada preso come un comunicato politico viste le firme che porta in calce anche se non sono molto pratico di movimenti che entrano in Parlamento senza essere un partito)  Grillo e Casaleggio spiegano il loro pensiero su questo reato che il Parlamento ha deciso d'abolire e su cosa ne pensano della democrazia. Procedo ad analizzare punto a punto il Grillo(e Casaleggio)-pensiero, così non mi perdo nulla. 



Ieri è passato l'emendamento di due portavoce senatori del MoVimento 5 Stelle sull'abolizione del reato di clandestinità. 



Notare Bene: questi due tizi non sono "due senatori del MoVimento a 5 stelle", questi sono "due PORTAVOCE senatori"! Cosa cambi di preciso, ad essere sincero, non mi è chiaro. E non è chiaro neppure alla Costituzione, non è chiaro neppure a non addetti (o adepti) ai lavori, ma a tutti i fedeli del MoVimento, per qualche strano motivo pare esserlo. Quindi prendiamolo come un dato di fatto: questi due sono portavoce senatori.


La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. 

Eh no, non è affatto vero che è "del tutto personale", i due innominabili signori sono diventati senatori perché hanno preso dei voti. Non sono stati trasportati lì dallo Spirito Santo. Qualcuno li ha messi in lista, qualcun altro li ha votati e questi sono diventati senatori. Quindi non parlano "a titolo personale", parlano per la gente che li ha votati. Grillo (e Casaleggio) devono farsene una ragione. 


Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all'interno.Non siamo d'accordo sia nel metodo che nel merito. 

Anche io ho obiezioni nel metodo e nel merito al vostro modo di comportarvi. Prego, prima voi...

Nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno. 

Mi spiace che Grillo pensi questo. E' un pensiero magari anche non blasfemo, magari persino condivisibile... ma E' ANTI-COSTITUZIONALE. Non si può protestare contro le immonde modifiche che Berlusconi vuole apportare alla Carta e poi sbattersene i coglioni di quello che c'è scritto dentro. O la si difende o la si attacca. E, invece di attaccarla e basta (ruolo di un comico), si dovrebbe pensare ad attaccarla e cambiarla (ruolo di un politico). Non si può ignorarla quando ci fa comodo non vedere cosa c'è scritto e riscoprirla quando sappiamo che c'è scritto qualcosa che ci piace. 
Nella Costituzione, all'articolo 67, sta scritto che...


« Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato »


Non per essere sempre pignolo, ma dubito che chi ha scritto la Costituzione quando ha scritto "la Nazione" intendesse il M5S e quando ha precisato "senza vicolo di mandato" intendesse dire che il parlamentare fa quello che vogliono quelli che votano sul blog di Grillo o nei meet-up o nelle assemblee di condominio. Non è così che funziona.


Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. 

"Senza controllo"? Questo è addirittura eversivo. Il senatore è "senza controllo", per sua natura, Voglio dei galantuomini in Parlamento che non abbiano nessuno a tenerli alla catena, Se a Grillo non piace, dica apertamente che vuol comandare lui da fuori senza intermediari. Questa cosa non credo verrà presa molto bene dagli italiani.

Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. 

Questo è un discorso di marketing puro e, come tale, in politica mette i brividi. Innanzitutto non sappiamo cosa sarebbe successo, "con i 'se' e con i 'ma'/ la storia non si fa" diceva sempre mia nonna. Ma il punto più importante è che il politico deve fare ciò che è giusto, non ciò che la gente vuole (senza un vaglio critico). Altrimenti aboliamo il Parlamento e governiamo col televoto. Un politico deve saper guardare un po' oltre il proprio riscontro numerico. Credo che "Governare" (con la G maiuscola) il Paese non voglia dire assecondare sempre la parte di popolo che la pensa simile a noi, Governare significa prendere delle decisioni che per lo meno sembrino sagge a noi che le prendiamo. Se una cosa la si pensa giusta, la si fa. A prescindere dai sondaggi.


Sostituirsi all'opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono "educare" i cittadini, ma non è la nostra.

"La volontà popolare" è un parolone senza significato. Non so quante persone siano favorevoli e quante siano contrarie alla Bossi-Fini ma quella legge è ignobile, xenofoba, classista, assurda, genera criminali, sfruttamento ed idiozia. E fossi un politico mi batterei per abolirla. Ma non sono, né voglio diventare, un politico. Da cittadino la trovo una legge sbagliata. E se mi trovassi, per un caso di omonimia (perché diversamente sarebbe difficile che capiti) in Parlamento eletto con il M5S, mi batterei per abolirla. E sentirei di fare una cosa giusta. Perché le persone hanno delle idee, anche se a qualcuno dispiace. Credo che "volontà popolare" sia il modo che i reazionari hanno inventato per definire ciò che ritengono giusto rimanga così.



Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un'unica entità. Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell'Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l'Italia. 

No. Nel merito il reato di clandestinità è immondo, orrendo e insensato. Crea discriminazione, rende le persone "illegali" per ciò che sono e non per ciò che hanno fatto. Non mi importa se anche in altri Stati è presente: quel reato è sbagliato. 
Ma finché lo ritengo sbagliato io, uno può pensare (più che giustamente) che la mia idea sia trascurabile. Il problema si pone quando il reato è contro i principi dettati dalla nostra Costituzione. Quando la Costituzione dice "Tutti i cittadini [...] sono eguali davanti alla legge, senza distinzione [...] di condizioni personali e sociali" penso che sia piuttosto chiaro ciò che si intende. Senza bisogno che nessuno ce lo spieghi. Si legge quella frase e la si capisce.
Nota di gusto, Stefano Rodotà, che il M5S voleva come Capo dello Stato, è stato tra i firmatari di un "Appello contro l’introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti"


Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice "La clandestinità non è più un reato". Lampedusa è al collasso e l'Italia non sta tanto bene.

Non certo per colpa della legalizzazione della clandestinità (che non vuol dire "aprire le porte a chiunque", ma solo "accogliere chi ne ha diritto e si comporta bene"). Quindi l'argomentazione è pretestuosa. E pure un po' razzista.

Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?". 

"Di accogliere"? Ma che è? Il grand hotel? 
Io credo che tra il "clandestino" e l'"ospite d'onore" ci siano varie sfumature. Una tra esse è lo "straniero" che, per come la vedo io, deve essere fatto entrare, controllato e, una volta chiarito cosa vuol fare, dove lo vuol fare e come intende farlo, si decide se farlo entrare oppure no. 
Restando ben chiaro che non abbiamo bisogno di altri criminali (di cui, lo ricordo agli xenofobi, siamo il primo esportatore mondiale. Tra i criminali che hanno avuto più successo, moltissimi di questi erano - e sono - italiani. Non dimentichiamolo mai), ma abbiamo certamente bisogno di bambini, ragazzi e persone serie, capaci e volenterose. E sono quelle che dovremmo imparare non ad "accogliere" (termine che detesto) ma ad "attirare" (perché in Italia, sarebbe carino se fosse premiato il merito). 
Perché lo straniero non è un nemico. Parte degli stranieri  lo sono.
Odio i criminali stranieri, esattamente come odio quelli italiani. 
Finora gli italiani che hanno rubato di più sono quelli che erano ai posti più alti, cerchiamo di non fare lo stesso con gli stranieri.  Premiamo il merito, puniamo il demerito. Non mi pare un discorso tanto assurdo.

Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio

Non vorrei apparire troppo precisino, ma almeno i documenti tanto importanti, potrebbe firmarli "Giuseppe Grillo". Giusto per staccare un po' la figura del clown da quella del politico. Altrimenti si crea confusione. E non credo ce ne sia bisogno. Ma ora devo reggere lo statuto che si chiama "Non-statuto" così avrò le idee più chiare.



giovedì 26 settembre 2013

Lasciate che le minorenni vengano a me. Ovvero l'imperdibile storia d'amore tra Francy e Silvietto [Parte 2]

Bentornati alla seconda parte (la prima è qui) dell'imperdibile intervista alla statista qui sopra, al secolo Francesca Pascale, pubblicata su 'Vanity Fair', la rivista più venduta tra le donne che - dato il considerevole peso di ogni numero - amano abbinare cultura e culturismo.

Siamo partiti in una decina». Come è andata? «Impressionante. Tutto perfetto, stravagante, sofisticato. Ci siamo fermati a dormire nelle dépendance. 

Dev'essere perché nel lettone di Putin c'era già Patrizia D'addario. Nota politologa che trascorreva con lui intere notti a parlare di doppio turno alla francese e premierato forte.

Più faceva il padrone di casa, più parlava e più ero affascinata. Non mi piaceva solo il politico: era l’uomo che volevo». Glielo ha detto? «No, mi sono trattenuta dalla prima mossa, perché lui era un uomo sposato, padre di famiglia, e questo lo volevo rispettare. Sono orgogliosa di averlo fatto». Però non se l’è tolto dalla testa. «Ho continuato a seguirlo, ma non ci vedevamo mai in privato. A volte parlavamo al telefono. Con altri giovani di Forza Italia, andavo a salutarlo dopo i comizi». I politici di professione non trovavano strana la vostra presenza? «C’erano gelosie. Noi vicino al leader e loro, magari con una carica importante, qualche posto più in là. La grandezza di Berlusconi è anche questa». 

Il fatto che presti più attenzioni a dei ragazzi che non si interessano alla politica che da pochi giorni o mesi a discapito di persone che la conoscono e la praticano da anni è la 'grandezza di Berlusconi'? Ma stiamo scherzando? Semmai questa è la riprova del fatto che Berlusconi trovi inutile la politica. E la veda solo come un mezzo per ottenere le tre cose che gli interessano. E la seconda sono i soldi, la terza è la libertà di delinquere.

Chi erano i suoi referenti politici? «Ormai non ne avevo: il mio rapporto con Berlusconi era diretto». È stato lui a candidarla alle Provinciali di Napoli, nel 2009. «Guardi però che erano in tanti, nel partito, a credere in me. Anche alle ultime Politiche mi volevano in lista per il Parlamento. Sono stata io a rifiutare». 

Faccio umilmente notare che non ha risposto alla domanda.

Quella volta invece ha accettato: eletta in Consiglio con 8 mila preferenze nel collegio uninominale. Ma tre anni dopo ha dato le dimissioni: perché? «La politica delle aule non fa per me: troppo tempo perso, troppe gazzarre inutili. E poi il legame con Berlusconi era cambiato, da amicizia forzata a storia d’amore. Riuscivo sempre meno ad andare in Consiglio. Mi spiace se ho deluso chi mi aveva dato il suo voto, ma tenere l’incarico, senza potermici dedicare con la serietà che richiede, sarebbe stato peggio». Intanto c’era stata la separazione da Veronica Lario: ne parlavate? «Lui ne soffriva. Venerava la famiglia, per lui veniva sopra ogni cosa. Amava moltissimo Veronica Lario». 

Per essere uno che venera la famiglia è piuttosto incline ai divorzi. Essendo quello con Miriam Bartolini il suo secondo divorzio. Pensa se non fosse particolarmente interessato alla famiglia cosa combinerebbe...

Quando sono cambiate le cose, tra voi? «La sera in cui Berlusconi è stato aggredito a Milano, 13 dicembre 2009, ero in piazza Duomo. Pensavo gli avessero sparato, sono svenuta. 

Come abbia fatto a pensare che gli avessero sparato senza poter sentire un colpo di pistola, non mi è chiaro. Ma mi dispiace che lei sia stata male.

Poi sono corsa al San Raffaele. Nessuno mi voleva lì. E invece mi sono fatta tutte le notti al suo capezzale. 

E questa cosa non è credibile. Mi spiace. Ma un privato cittadino non può andare al capezzale di un leader politico che ha subito un attentato contro la volontà degli altri. E' un ospedale serio, il paziente meritava tutte le attenzioni possibili, non è possibile che lei sgattaiolasse di nascosto per raggiungere l'amato Silvio moribondo. Questa cosa è 'Star Trek'.

Andavo in albergo la mattina a darmi una sistemata, e tornavo. Una sera, parlando lì in ospedale, si confida, racconta della sua vita sentimentale, delle delusioni, delle donne che gli giravano attorno. E allora decido che è il momento giusto per dichiararmi, per dirgli che sono innamorata, e lo sono da un pezzo». E lui? «Mi dice: non se ne parla neppure, sei troppo giovane, non  posso darti il futuro che meriti». 

Oddio! Questa cosa ha del ridicolo imbarazzante. Uno che ha rimpinzato con migliaia di euro qualsiasi troia ragazza bisognosa gli sia passata nel raggio di 30 km da lui dice che non può dare il futuro che merita proprio a lei dopo averle fatto passare nottate intere insieme? Credessi a 'sta cosa dovrei pure credere che Giuliano Ferrara è stato ministro. Suvvia, siamo seri.

Ha messo le mani avanti. «No, mi ha proprio rifiutata. Guardi che Berlusconi mi ha sempre fatto penare. Il mio è un corteggiamento infinito: dura ancora oggi. Anche quando mi ha dato l’anello, non è che mi abbia fatto una dichiarazione d’amore in piena regola. Ma non importa: anche se un po’ a denti stretti, un anello di fidanzamento è una promessa». 

Francy, non ti preoccupare, è normale faccia così. E' timido. Inoltre avrà paura a perdere la sua verginità. Devi dargli il tempo di abituarsi al contatto con l'altro sesso. Non correre troppo, sappi aspettare.

Da quando lei viene respinta, nel dicembre 2009, all'anello, nel Natale 2011, passano due anni. E sono tantissime le donne che dicono di essere state intime di Berlusconi in quei due anni. «Era un uomo single. E, spesso, un uomo molto solo. 

Più che "molto solo", spesso era contornato da ragazze che erano molto più giovani della Pascale. Talune erano pure minorenni. 

Ricco, potente, affascinante, galante per natura: le donne gli si gettavano addosso.

E qui il mistero si infittisce. Come facessero queste ragazze a buttarsi addosso a Berlusconi mentre, per entrare in villa, persino i giornalisti hanno raccontato di aver avuto molte difficoltà, è un bell'enigma. Pare quasi che questa cosa sia falsa.

Ci sarà anche stato chi ha creduto di amarlo sul serio. Certamente molte si sono approfittate di lui, perché aveva abbassato la guardia».

Si chiama "patta dei pantaloni", non guardia.

E lei? «Ci stavo male. Ero gelosissima, perché volevo Berlusconi con tutto il mio cuore, con una intensità così forte che è difficile da trasmettere. Sono gelosissima anche oggi: gli frugo nelle tasche, ci trovo i bigliettini delle fan, li strappo. E scatta il bisticcio».

Cioè, dopo che lui ha subito un attentato - quello che lei pensava fosse stato fatto con arma da fuoco - è ancora possibile avvicinare Berlusconi tanto da mettergli in tasca dei foglietti senza che lui se ne accorga? E la scorta cosa fa nel frattempo? Siccome nella scorta di Berlusconi ci sono persone pagate da noi cittadini, sarebbe carino sapere se questi sono così idioti da non rendersi conto delle mandrie di vacche impazzite che buttano bigliettini nelle tasche del povero Silvio, oppure, in alternativa, la Pascale sta mentendo spudoratamente. Perché delle due l'una. Non si scappa.

Insisto: parliamo dei due anni del caso Tarantini, di Sabina Began a Palazzo Grazioli. «È il periodo della diffidenza, della disillusione, dell’incapacità di provare amore vero per una donna.

Questa frase, mi spiace veramente, ma non vuol dire un cazzo.

Per lui quel sentimento non esisteva più. Ai suoi occhi ero un’illusa, una sognatrice. Non è stato facile per me. E a quelle cene non ci andavo, perché non mi sarei tenuta». Come lo giustificava? «Non aveva bisogno della mia giustificazione. Ma per me quei momenti, che sono stati ingigantiti e stravolti da troppi racconti fasulli, 

Ma se non era presente a queste 'cene eleganti' come può dire che ciò che è successo è stato ingigantito? Magari è stato minimizzato. Non essendo stata presente, non può sapere cosa è successo. Senza contare che, solitamente, l'ultimo a sapere d'essere cornuto è sempre il marito. Figurarsi in un caso in cui, tra i testimoni, ci sono persone della levatura morale ed etica di Nicole Minetti e Emilio Fede.

erano il suo modo di ripulirsi  

Quando parlavano di "scopare", figliola mia,, non credo intendessero quel senso.

la testa, di dimenticare per qualche ora i problemi. E forse c’è stata un po’ di imprudenza da parte sua, ma accentuata dal fatto che una certa magistratura ha voluto colpirlo nella sfera del privato 

E' insostenibile questa cantilena. Punto primo: Berlusconi era un rappresentante delle istituzioni, quindi il suo privato non è cosa che riguardi unicamente lui. Punto secondo: non è che, siccome una cosa succede a casa tua, sia un "fatto privato",  altrimenti ogni volta che un marito picchia la moglie potrebbe urlare al complotto delle toghe rosa perché, seguendo il ragionamento della Pascale, ciò che accade in una casa attiene alla "sfera del privato". Non diciamo assurdità.

con una campagna diffamatoria, e allora lo ha spiato con migliaia di intercettazioni da cui non è emersa neppure l’ombra di un reato: 

No, ma infatti. Nessun reato. Per questo Berlusconi è stato condannato a 7 anni e Nicole Minetti, Emilio Fede, Lele Mora e le 'Orgettine' 'Olgettine' sono sotto processo. Per "nessun reato". Ovvio.

solo pettegolezzi». 

Detto a 'Vanity Fair'. Notare bene. 

Secondo i giudici che l’hanno condannato in primo grado a 7 anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per il caso Ruby, un reato c’è: concussione per costrizione. «È una vergogna. È assurdo pensare che uno come lui – uno che è gentile e rispettoso con tutti, a partire dai più umili, 

Tre citazioni, su mille che ne potrei fare, della persona "gentile e rispettosa con tutti".
1- ""Ho troppa stima dell'intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare a sinistra ".
2- "Lei ha una bella faccia da stronza"
3- "Per risolvere il problema Prodi? L'unica soluzione è un regicidio".


uno a cui tanti offrono spontaneamente la propria disponibilità – possa essere scortese, o addirittura minacciare qualcuno al telefono. La sua chiamata serviva solo per chiedere un’informazione. Davvero è un’accusa incredibile. Che, tra l’altro, contrasta totalmente con la testimonianza del funzionario in questione». I magistrati sono anche convinti che le cosiddette «cene  eleganti» facessero parte di un «sistema prostitutivo». «Il mio Presidente non è un santo, ma è assolutamente incapace di trattare le donne come oggetti

Pascale carissima, Berlusconi non è presidente di un cazzo. Stia calma e prenda le goccine, da brava.

Il processo Ruby è un processo alla morale, alla vita privata, 

Oh, anche i processi per stupro funzionano così. E' la morale che ha deciso che lo stupro sia un atto inaccettabile. Quando vivevamo nelle caverne, gli uomini prendevano a clavate la donna e poi la stupravano. Poi ci siamo evoluti, nel frattempo è uscito l'I-phone 5.

un taglia e cuci di pettegolezzi con il solo intento di screditarlo agli occhi della gente. Ma la gente, alle ultime elezioni, ha dimostrato che il giudizio sui comportamenti privati non incide quando si tratta di votare una persona capace di risolvere i problemi del Paese. 

Ah quindi il trascurabile fatto che ha perso 6 milioni di voti (dicansi 6.000.000) non è prova del fatto che la gente ne ha i coglioni pieni? Buono a sapersi. Prendo appunti.

Andate a un comizio di Berlusconi, contate le belle ragazze che cercano di avvicinarlo. Tutte escort?». 

Ma no. Alcune di loro sono ragazze serie, morigerate e interessate unicamente all'amore puro e casto. Persone come te, dolce Francy. O no? 

È un fatto che Berlusconi dona mensilmente somme di denaro a molte giovani coinvolte in quella vicenda. Non le dà fastidio? «No. Perché quelle che sono state additate come escort, quelle che magari sognavano una parte in un film, una carriera in Tv, un po’ di celebrità, e che ora vorrebbero solo un lavoro o un matrimonio normale, devono convivere con un marchio che tutto l’oro del mondo non può cancellare». 

No, aspetta... davvero queste due signore vorrebbero farmi credere che una ragazza - del Sud per giunta - si beve la storia "Sì, ho pagato una donna che si prostituisce, ma l'ho fatto solo perché voleva una carriera in TV e, siccome non è riuscita ad averla, ora la pago un po' io. Ma non ci faccio sesso. E' solo perché sono una brava persona"? No, perché posso assicurare che, nella vita vera, le cose non vanno neppure lontanamente così. Nella vita reale, se durante un articolato discorso, casualmente, nomini ad una ragazza del Sud un'altro essere vivente anche solo per un momento catalogabile come "di sesso femminile", lei si trasforma in Sherlock Holmes in un battito di ciglia. Non prendiamoci in giro!

A un certo punto, in quel periodo, si è iniziato a parlare di una presunta fidanzata di Berlusconi, che sarebbe stata presente anche a qualche cena. Ed è iniziata la caccia al nome. Come mai nessuno ha fatto il suo? «Il mio nome alla fine lo ha fatto lui, è questo che conta per me. Non sono l’alibi di Berlusconi. Da quel 2009 io ci sono sempre stata: ho scelto di accettare questo rapporto anche se sapevo che poteva essere un rapporto a senso unico. Siamo fidanzati “a doppio senso” da meno di due anni. Prima mi limitavo a stargli vicino, a condividerlo, a ingoiare

Francy, un consiglio: evita di usare questi verbi, sono assist per un gol a porta vuota durante la finale di un mondiale di calcio...

 rospi se preferisce, ma il mio amore mi ha portato all'esclusività e alla felicità di oggi». Qual è la prova d’amore di Berlusconi? «Sceglierne una invece che cento». 


Eh ma con i prezzi che hanno certe merci, magari ti portano a più miti consigli.

Lei in privato come lo chiama? «Amore, o B. Mai Silvio». 

Notavo un particolare curioso: la fidanzata e Marco Travaglio chiamano Berlusconi allo stesso modo. E non necessariamente mi riferisco a B. 

Oltre alle donne, quali sono i motivi di litigio? «Siamo una coppia movimentata. Lui mi dà dell’isterica, io gli rispondo che si meriterebbe di tornare a qualche passata frequentazione. 

Però lei ha carattere, non c'è che dire. Mi immagino i loro litigi, lui: "Sei una comunista! Nervosa come tutti i comunisti!", lei: "Meriteresti che tornasse Vittorio Mangano in casa tua, allora sì che portavi rispetto, crapa pelata!". 

Iniziamo strillando e finiamo ridendo. Abbiamo un bell'equilibrio». Poco fa Berlusconi mi ha detto che lei è fin troppo rigorosa. Che il suo sorriso e i suoi modi dolci nascondono una donna che non conosce i mezzi termini. «È vero. Tollero molte cose, non la doppiezza e la maleducazione. 

Figliola, odiare la doppiezza e la maleducazione e mettersi con Berlusconi è un po' come volere una persona che non ama la marijuana e frequentarsi con Bob Marley.

Sono permalosa. Di contro, lui è troppo indulgente. Le persone alle quali ha voluto bene, e ora non lo meritano più perché hanno tradito la sua fiducia, lui non le dimentica. Anzi, nel caso le aiuta». 

Il problema è proprio questo. Siccome Berlusconi in passato ha avuto certamente (lo ammette pubblicamente egli stesso) rapporti con fior fiore di mafiosi questo suo legarsi, senza dimenticarsi, anzi aiutando, i suoi conoscenti è vagamente deleterio per uno Stato che, con rispetto parlando, la Mafia dovrebbe cercare di sconfiggerla.

È stata bene accolta in famiglia. In particolare dalla primogenita, Marina. Come ha fatto ad averla per «alleata»? «Sono orgogliosa di questo rapporto affettuoso. Marina per me è un esempio: manager efficientissima, madre e moglie impeccabile, figlia iper-premurosa. Credo abbia capito, prima e più di tanti, quanto io ami suo padre. E proprio per questo ha cominciato a volermi bene»

Un ritratto davvero molto credibile... Solo un po' meno credibile di uno spot del 'Mulino Bianco', ma sempre più credibile del 99% delle cose che racconta 'sta coppia di comici.

Con Barbara che rapporto ha? «La conosco meno, però ammiro la sua determinazione, la sua caparbietà. Quello che mi colpisce, di tutti i figli di Berlusconi, è la loro modestia, la loro semplicità. Non sanno davvero che cosa sia l’arroganza. E non mi hanno mai fatta sentire un’estranea». 

Qui siamo circa ai livelli di "è una bella mamma" che dicevano i colleghi di Fantozzi quando passava la madre del Megadirettore Galattico... [per chi non sapesse di cosa parlo, guardate qui]

Da quando vive ad Arcore come le è cambiata la vita? «Questa è una dimora splendida, ma non pensi che si viva tra etichetta, cambi d’abito e favole del genere. 


Da quel poco che ho sentito parlare di quella dimora, conosco solo:
- il lettone di Putin
- la sala per il 'bunga-bunga'
- il palo da lap dance su cui si esibivano escort e simili, minorenni e maggiorenni
- la statua di Priapo con una vistosa erezione cui le ragazze fingevano di praticare sesso orale
Insomma, grazie per avermi avvertito, ma non credevo propriamente che fosse una casa troppo attenta all'etichetta.

Certo il tenore della mia vita è cambiato, e questo è gratificante, ma non fondamentale per me. Il vero lusso credo sia rimanere se stessi». È un momento nero per Berlusconi. Cosa pensa della sentenza Mediaset? «Penso che qualcosa non torna. 

Sì, pure io sono convinto. Penso sia il congiuntivo

Che è vero che le sentenze vanno rispettate, ma quando sono sentenze di giudici imparziali. 

E come mai sono imparziali? Perché l'hanno condannato? Allora non è vero che le 'SENTENZE' vanno rispettate. Vanno rispettate solo le assoluzioni. Siate almeno chiari su questo, voi berlusconidi.

Non è il caso della sentenza Mediaset, né di quella Mondadori». 

Né, immagino, dell'altra quindicina di condanne che ha preso. Tutti ce l'hanno con lui, poveretto.

Si spieghi meglio. «Mediaset non ha commesso alcuna evasione. Infatti, i manager di Mediaset che firmano i bilanci sono stati assolti. Perché lui, che non ha mai sottoscritto un documento, una dichiarazione, un contratto, viene condannato? Perché un gruppo che paga miliardi di euro di tasse dovrebbe evadere per un importo minimo?  

Gusto. Formidabile motivazione. Un po' come se mi accusassero di stupro e io provassi a difendermi dicendo "ma con tutte quelle con cui potevo andare, proprio questa avrei dovuto stuprare?". Ecco, si può pure difendersi così, ma 9 su 10 ti condannano...

Perché non avrebbero approfittato del condono tombale se avessero avuto la consapevolezza di aver evaso? E perché, quando a evadere sono stati altri italiani famosi, hanno sempre pagato solo delle multe? A chi non crede – come invece ci credo io – che ci sia un complotto di una parte della magistratura per espellere dalla vita politica il leader del centrodestra, chiederei di farsi queste domande la prossima volta che si andrà a votare». Berlusconi non vuole chiedere la grazia, e difficilmente sarà messo agli arresti domiciliari: è più probabile l’affidamento ai servizi sociali. Come pensa che lo affronterà? «Con stile, come affronta qualunque cosa. 

Urlare che c'è un golpe, che la magistratura è un cancro, che gli altri sono coglioni, che chiunque non stia ai suoi ordini è un invidioso, un comunista, un gay (che, nella testolina malata di quel demente è una persona da deridere) ecc. è "comportarsi con stile"? Buono a sapersi. 

È una vita che fa del bene, che aiuta in silenzio i più deboli, i più poveri, tutti quelli che hanno bisogno. 

Lo fa con tale discrezione che, in 20 anni che ha spadroneggiato in Italia, non se ne è ancora accorto nessuno. Pensa un po' te la modestia a volte come ti limita...

La vergogna è che gli avversari politici vogliano umiliarlo. Vogliono veder soffrire il nemico perché sanno che è un nemico vincente»

Battere il PD non è "essere vincenti" è "essere vivi". That's all. Prima volta che Berlusconi si confronterà con un partito contemporaneo (e non morto da 25 anni) vedremo che fine farà.

Preoccupata? «Vivo in prima linea la sua storia. Certo che temo per lui: c’è un fuoco di fila che non accenna a fermarsi». Berlusconi dovrà piegarsi? «Non credo. C’è ancora il ricorso alla Corte di Strasburgo: i suoi diritti umani sono stati violati per annientare il leader politico. In ogni caso, non si spezzerà. E il rilancio di Forza Italia è la dimostrazione che non è finito».

Il fatto di riproporre un successo di 20 anni fa è la dimostrazione di essere in corsa? Capisco. Pensare che, fino ad oggi, quando mi capitava di vedere la TV di pomeriggio e vedevo i peggiori relitti degli anni '60 cantare le canzoni che andavano di moda quando era giovane mia nonna mi è sempre venuto un filo di magone.. invece è la dimostrazione che sono ancora sulla cresta dell'onda...


Parla la militante? «Sono sempre io, già pronta con la bandiera in pugno». Berlusconi non sarà comunque eterno. Che cosa resterà dell’uomo politico? «Ha fondato un movimento che ha riscosso un successo straordinario, ha stravolto e innovato la politica italiana, ha creato il centrodestra di governo. È stato, ed è, un leader unico». 

Portare i fascisti, le starlette e la mafia al governo non è "creare il centrodestra di governo" è semplicemente portare i fascisti, le starlette e la mafia al governo. E suona parecchio meno bene, ma è esattamente ciò che ha fatto lui.

Lei ha solo 28 anni, lui ne compie 77 a giorni. Ci pensa al futuro? «Non faccio calcoli, altrimenti non sarei qui. Non ho prospettive a lungo termine. 

Voi datemi una E, datemi una R, ancora un'altra E, ora datemi una D, poi datemi una I, aggiungeteci una T completate con una A e, tra qualche tempo che cosa avverrà??? Tu avrai l'EREDITA'! Yeppa!!!

Vivo il presente. Ogni volta che ho fatto un progetto mi è andata male». 

Signorina "volevo Berlusconi da quando ero minorenne" è lei? 

Sui social network ha scritto: «Con Berlusconi in ricchezza e povertà, finché morte non ci separi». Pensa a un matrimonio? «La prassi vuole che sia sempre io a fare la prima mossa. L’ho cercato, l’ho corteggiato, l’ho fatto innamorare e l’ho fatto fidanzare. Praticamente ho fatto e faccio tutto io: lui deve solo dire di sì».

Curiosamente è una frase che starebbe bene anche in bocca ad un picciotto... 


E su questa nota positiva, vi saluto e vi rimando alla prossima occasione.

mercoledì 25 settembre 2013

Lasciate che le minorenni vengano a me. Ovvero l'imperdibile storia d'amore tra Francy e Silvietto [Parte 1]

Chi di voi si recasse in edicola munito di una monetina da 2 euro ha la possibilità di acquistare il nuovissimo e imperdibile numero di "Vanity Fair".
In cambio di una semplice moneta, infatti, l'edicolante si potrà liberare sala e soggiorno dandovi una copia di questo sobrio settimanale di appena 300 pagine, tutte a colori, del peso netto di 5 quintali nel quale potrete trovare moltissime cosucce interessanti.

Infatti, ogni 30 pagine di pubblicità, c'è pure un articoletto scritto coi piedi che, in gergo, viene chiamato "servizio giornalistico" o "intervista".

Due settimane fa, l'impegnatissimo settimanale aveva ospitato un grandioso servizio su Dudu, al secolo Dudu Berlusconi, ovvero il real-cane-arcoriano. Con tanto di foto ovviamente "in esclusiva mondiale" (che il resto del Mondo se ne fotta del cane di Berlusconi non è venuto in mente a nessuno, ma tant'è), questa settimana, per par condicio, è il turno di Francesca Pascale, ovvero la cagnetta fidanzata di Silvio Berlusconi.

In un articolo-intervista di appena 14 pagine (un po' pochine direi per una pensatrice di tale levatura), la celeberrima Sciascia Gambaccini sviscera gli aspetti più interessanti della first-lady (di cosa non si è capito, essendo Berlusconi non più Presidente del Consiglio da diverso tempo).

L'articolo è intitolato "Mister B. dimmi sì". Davvero. No, giuro. E' proprio il VERO titolo. Vabbe' iniziamo con il commento.

 «QUANDO MI SONO MESSA IN TESTA DI ARRIVARE A SILVIO BERLUSCONI ERO ANCORA MINORENNE, SA?».
In questa frase – pronunciata con un sorriso all'inizio della sua prima intervista da first lady di Arcore – c’è tutta Francesca Pascale.

Devo dire che, per lo meno, non occupa molto spazio. "Ciao, sono Francesca Pascale e da che avevo meno di 18 anni punto a stare con un miliardario". Una riga, un concetto, un destino. Direi di chiuderla qui, la messa è finita andate in pace. Invece no... Continua.

La caparbietà mescolata a un napoletanissimo senso dell’ironia che, invece di aggirare un argomento scomodo, lo trasforma nell'occasione per una battuta. Non c’è da stupirsi che Silvio Berlusconi, dopo aver «subito», come dice lei, cinque anni di corteggiamento, si sia arreso nel Natale del 2011. E abbia tirato fuori dall’abete un notevole diamante solitario di fidanzamento.

E io che, ingenuamente, pensavo che i diamanti si comprassero in gioielleria. Invece no! Crescono sugli alberi! O per lo meno andava così fino al Natale 2011, perché oggi ho cercato in mezzo alla pineta che ho davanti a casa e non ho trovato nulla. Vedi a volte la sfiga...

Il perché ce lo spiega lui stesso, in una pausa del servizio fotografico. «In tutte le situazioni più dolorose degli ultimi anni, Francesca ha saputo starmi vicino. Mi ha regalato gioia, senza chiedere nulla in cambio. Mi ha ridato la voglia di credere nell'amore sincero di una donna. Sono grato di averla avuta al mio fianco, così come sono grato di avere avuto accanto tutti i miei figli. In particolare Marina: è diventata quasi una nuova mamma, per me».

Il fatto di trovare "una nuova mamma" in una figlia, forse è più materia per uno psichiatra che per un satiro. Quindi eviterò di commentare. Faccio solo notare che questa persona che così si esprime, è attualmente il capo-padrone di un partito dalle cui decisione dipende gran parte del destino di questo Paese. C'è di che essere allegri.

C’è tensione ad Arcore. La troupe di Vanity Fair viene ricevuta nel giorno in cui l’ex premier registra il messaggio agli italiani. Attraversiamo controlli e cancelli di una residenza diventata fortino.

Pensare che, fino a non molto tempo fa, in quella casa invece entravano plotoni di escort con cellulari, strumenti di registrazione degni di James Bond e quant'altro. Invece ora, per far entrare dei giornalisti e fotoreporter, rompono tanto il cazzo? Lo trovo quanto meno bizzarro.

E nel pomeriggio, mentre il fotografo sta ancora scattando, arriva la notizia che la Cassazione ha respinto il ricorso della Fininvest contro il risarcimento dovuto alla Cir della famiglia De Benedetti nell'ambito dell’antica guerra per la proprietà di Mondadori.

Nessuna "antica guerra". C'è un gruppo che si chiamava Fininvest (di cui Berlusconi dice di non sapere più nulla da tempo immemore) che deve risarcire De Benedetti per aver ricevuto la Mondadori in seguito all'acquisto di un giudice. Semplice, semplice. Nessuna guerra. E' più simile ad uno scippo.

Il gruppo dovrà pagare 494 milioni di euro. «Questi sono i giorni peggiori della mia vita», commenta Berlusconi. Che, ovviamente, non si arrende, anzi: rifonda Forza Italia e invita i cittadini a scendere in campo. Tra gli italiani pronti a mobilitarsi c’è la famiglia Pascale. «Sono cresciuta con Berlusconi nel Dna», dice Francesca.

Dev'essere stata una crescita difficile, capisco. 

«I miei sono tra i milioni che lo votano dal 1994 perché, ancora prima che scendesse in campo, lo ammiravano come imprenditore».
Da Fuorigrotta ad Arcore. Come ha fatto, Francesca? «Militando. Ho iniziato nel partito con Fulvio Martusciello, consigliere regionale della Campania. E, nel 2006, mi sono candidata alle Comunali di Napoli».

"Mi sono candidata" che parola grossa! "Mi HANNO candidata", semmai. E come mai, tra le tante persone che si occupavano di politica hanno scelto proprio lei che, all'epoca (7 anni fa) aveva 21 anni? Non è un po' precipitoso candidare una poco più che ragazzina in una realtà complessa come Napoli? Questa sarebbe stata la domanda che avrei fatto io. Ed è anche uno dei tanti motivi per cui io leggo le interviste e altri le fanno.

Scusi, ma lei non voleva fare Tv? La «velina» di Telecafone? «Quella è stata una ragazzata. Non lo considero neanche un errore di gioventù. Semplicemente un gioco, sul quale si ricama per screditarmi». Si offende? «No: è acqua strapassata».

Su questo mi sento, sinceramente, di darle ragione. Quando uno è giovane può fare tante stupidate. Non mi sento di crocifiggerla per questa cosa innocente. Il problema semmai è come, sculettando seminuda con in bocca un calippo, sia poi diventata candidata dal (al tempo) primo partito italiano in una città grande come Napoli. Ecco, questo mi è piuttosto oscuro. Magari lo spiega più avanti...

E l’elezione come è andata? «Male, ma lo sapevo. Del resto al Sud le elezioni sono viste come un’opportunità, si candidano tutti. Solo nel mio palazzo eravamo in sei, ognuno per un partito diverso». Male, quanto? «88 preferenze, una figuraccia. Ma non mi sono data per vinta». Ovvero? «Con Martusciello abbiamo fondato un comitato di pazzi:  “Silvio ci manchi”. Non ci rassegnavamo all'idea di Romano Prodi premier. Eravamo ultras. Berlusconi parla a Trieste? E noi prendiamo il treno. Va a Cagliari? E noi stiamo sotto il palco. Ci pagavamo tutto da soli, ci arrangiavamo».

Oddio! Poverini! Roba da chiamare Amnesty International! Pensare che quando i pensionati vanno in piazza per Berlusconi vengono non solo accompagnati e mangiati ma, spesse volte, pure pagati. Invece a lei e Martusciello niente. Manco 2 euro per prendere il bus. E lo seguivano ovunque andasse, dall'Alpe alle Piramidi.

E così Berlusconi si è accorto di voi? «L’incontro vero c’è stato quando siamo andati a Roma perché Al Jazeera, per un reportage, stava cercando giovani del partito da intervistare.

Poi dicono che gli islamici ci odiano. Cercano dei giovani e si beccano la Pascale. Mi pare il minimo che poi ci odino tutti.

Berlusconi era in un albergo a un incontro con gli eurodeputati. Martusciello mi chiama e mi dice che forse è arrivata l’occasione che inseguo da un anno. Corro ai Parioli con gli altri, ci piazziamo davanti all'ingresso, facciamo cagnara per catturare la sua attenzione. Quando me lo sono trovato davanti ho saputo dire solo: “Presidente, quanto è bello lei”. Lo so che sembra patetico, e un po’ me ne vergogno, ma era un’emozione sincera, incontenibile».

Quindi sta dicendo che lei militava in un partito perché trovava sexy un nano col trapianto? Niente di male, può benissimo piacere, per carità. Ma se mi trovassi di fronte al segretario nazionale di un partito nel quale milito, non farei apprezzamenti sul di lei/lui fisico. Essendo Francy un'aspirante politica, avrebbe dovuto parlare - a nome di quegli 88 disperati che l'hanno votata - dei piccoli problemini che ci sono a Napoli e provincia. Questa cosa non è perbenismo. Si definisce "senso civico", "rispetto per gli elettori". Sta nella cartella "Dignità" che, da qualche parte, dovrebbero avere tutti.

Lui come ha reagito? «Ci ha detto di fermarci a pranzo. E durante il pranzo ci ha raggiunto per capire chi eravamo. Pochi minuti, ma non ho perso tempo. Gli ho subito domandato se potevo lasciargli il numero di telefono. Gli ho anche chiesto il suo. Quando mi ricapita un’occasione così?». E Berlusconi? «Mi ha detto: “Ma sei spietata”. Però ha preso il mio, e basta. Era il 5 ottobre 2006». 

Ma come? Berlusconi era sposato, padre di una miriade di figli (di cui 5 riconosciuti) e si prende i numeri di telefono della prima squinzia che gli dice che è figo? Ma questa roba come si concilia con le "radici cristiane" che millanta di seguire? Questo è più un atteggiamento da tamarro che da Uomo di Stato.

Un giorno felice? «Misto. Rientro a Napoli da trionfatrice. A casa, mia madre mi fa: “Lo ammiriamo anche noi, ma potrebbe essere tuo padre”. 

In realtà non sono molte le 20enni ad avere un padre di 70 anni. Di solito 50 anni di differenza d'età si hanno con i nonni...

A me però la differenza di età non importava affatto, pensavo solo che non mi avrebbe mai chiamata. Che avevo avuto l’occasione, e l’avevo sprecata». E invece? «Pochi giorni dopo, quasi a mezzanotte, chiama».

Oddio! E per dirle cosa? Per parlarle dei problemi della provincia di Napoli, immagino...

Pronto, sono Silvio Berlusconi, come va? «Esatto. Non ci credevo. Mi ha chiesto di richiamarlo subito, ha riattaccato. Ma io non avevo nemmeno il credito nel cellulare. Ho dovuto chiamare SOS Ricarica. E poi, finalmente, ho fatto il numero. Eccomi, Presidente. Lui mi ha detto che voleva fare al comitato un regalo: visita a Villa Certosa. Ci mandava lui l’aereo, da Napoli a Roma, e da lì in Sardegna». 

E io che mi pensavo avesse a cuore l'Italia. Invece aveva intenzione di aviotrasportare una ragazzina che aveva incrociato in un bar per pochi minuti e che gli aveva chiesto solo il numero di telefono dopo averlo abbordato. Immagino che avesse nobilissime intenzioni, ovviamente.

Chissà che faccia, Martusciello. «Veramente lui non ce l’abbiamo portato. Berlusconi voleva premiare i ragazzi, non i politici d’esperienza.

Prescindendo dal fatto che pure lei era una politica, essendosi candidata, Martusciello non si poteva certo definire un politico d'esperienza. Nel 2006 il Martusciello aveva meno di 40 anni. Poteva essere, lui sì, il figlio di Berlusconi. Pare quasi che questa sia una scusa per tenere fuori una persona che, pur essendo comunque giovane, era sprovvista di una cosa importantissima per Berlusconi. Una cosa che, mettiamola così, ogni tanto sanguina senza che la tagli.

Siamo partiti in una decina». Come è andata? «Impressionante. Tutto perfetto, stravagante, sofisticato. Ci siamo fermati a dormire nelle dépendance. 

Dev'essere perché nel lettone di Putin c'era già Patrizia D'addario. Nota politologa che trascorreva con lui intere notti a parlare di doppio turno alla francese e premierato forte.

[Continua]

mercoledì 4 settembre 2013

Gramellini, Cherubini e altri diminutivi francamente eccessivi.



Qualche giorno fa è uscita un'intervista di Massimo Gramellini a Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti. L'intervista fiume è stata rilanciata sui media per la frase sulla 'grazia a Berlusconi'. Io l'ho letta per intero e trovo che non sia il solo punto interessante del pezzo.
Così ho deciso di commentarla quasi per intero (alcune parti sono state tagliate, non per censura ma solamente per rendere il pezzo leggibile in una giornata).

[In neretto le parti di Massimo Gramellini, normali le parti di Lorenzo Cherubini, in rosso i commenti miei]

Bando alle ciance, direi di iniziare con il commento.

L’uomo che ha riempito gli stadi della nostra estate se ne sta qui, arrampicato in tutta la sua magrezza su uno sgabello dello studio di registrazione della casa di Cortona, dove vive in simbiosi con una moglie dolcemente autorevole, 

Ma è sempre quella di cui Fabri Fibra diceva: "E poi chissà perché, perché chissà per come/ la moglie di Lorenzo se la fa un altro coglione"? Be' sicuramente "una moglie dolcemente autorevole" è la definizione più adatta in tal caso...

una figlia adolescente che disegna benissimo, 

È confortante sapere che nella famiglia di Jovanotti c'è almeno una persona dotata artisticamente: spiace sia la figlia.

tre cagnolini che si contendono la stessa palla e quattro gatti spalmati sopra le mensole come dei Buddha. 

Finalmente un punto! Gramellini, grazie. Sei riuscito a scrivere 5 righe senza un punto, mi stava venendo il fiatone.

Sta guardando al computer le facce del pubblico dei suoi concerti: 
«Sono facce senza rancore. Allegramente disorientate. Ma chi ci parla, con loro? Con queste facce dovrebbero farci la carta da parati di Palazzo Chigi». 

Oddio! Con le facce di quelli che vanno ai tuoi concerti? E perché mai dovrebbero scegliere proprio loro? Sentiamo cosa hanno di speciale i suoi fan...

Chi è il tuo pubblico, Lorenzo?  
«Ho iniziato venticinque anni fa con i bambini. Uscivano da Cristina D’Avena e incontravano me. 

Mamma mia che infanzia terribile! Una roba da 'Telefono Azzurro'. Uno è tranquillo di essere finalmente uscito indenne dal 'Tunnel di Cristina D'Avena' cerchi canzone di qualità e... boom!!! Ti arriva in faccia Jovanotti. Una tragedia dietro l'altra.

Ma alla fine il tuo pubblico sei sempre tu».  

A me capita spesso. Ma di solito mi accade mentre mi masturbo.

E tu che pubblico sei?  
«Un pazzo. 

Ecco. Direi che rende l'idea. Fermo così... click... fotografato!

A me piacciono cose che non stanno insieme nella stessa compilation, Elton John e De André, il pop e Miles Davis. Ricordi quel film dove Nanni Moretti diceva ironicamente: “Ve lo meritate Alberto Sordi”? Il guaio è che a me piacciono sia Moretti sia Sordi».  

Questa cosa è perfettamente normale. Non sei "un pazzo". Non per questi motivi, per lo meno. A tutti noi piacciono gruppi musicali diversi tra loro, anche se talvolta tendiamo a negarlo. Non vedo nessuna straordinarietà in questa cosa.

Ti piace proprio tutto.  
«Tutto quello che luccica, che ha una vibrazione. 

Allora comprati un dildo...

Non ho sovrastrutture ideologiche. 

No, tu non hai proprio idee. 

Avevo un babbo anticomunista e una zia del Pci. 

"Una zia del PCI" è la versione politica del classicissimo "Ho anche amici omosessuali" che premettono gli omofobi prima di iniziare a dire cose che fanno venire i brividi.

Sotto casa c’erano un ritrovo di fasci e uno di comunisti. 

Che quindi pari sono? Mi ricordo un parlamentare che diceva così, mi pare si chiamasse Luciano Violante. Poi chiese scusa, ma le vostre frasi mi suonano parecchio simili. Sarete mica parenti?

A me piacevano le moto dei comunisti e le scarpe dei fascisti. 

"Le moto dei comunisti"? Oddio! Io ho 31 anni, ero poco più che un bambino all'epoca, ma non ho mai sentito parlare di "moto dei comunisti". Che moto avevano 'sti benedetti comunisti? E le scarpe dei fascisti? Cos'avevano di bello? 

Nella mia testa di bambino non esistevano pregiudizi. 

Ed è normale. Poi crescendo una persona inizia a farsi delle idee, partendo dai giudizi (che sono quelli che vengono dopo i pregiudizi). Capito Lorenzo? Non è difficile. Vedrai che quando raggiungerai i 13 anni tutto ti verrà più semplice da capire.

Ecco, se guardo queste facce, il mio pubblico è un po’ così». 

No. Fortemente no. Dannatamente no. Quelli che hanno la faccia "un po' così" hanno visto Genova. E non lo dico io, lo diceva Paolo Conte.

Ti daranno del superficiale.  
«Non è un insulto. La superficie delle cose è come la pelle dell’uomo: rivela molto». 

Sì, ma di solito uno ragiona col cervello. Non con la pelle. Perché la pelle è ovunque. E, a ragionar di pelle, prima o dopo, ti ritrovi a ragionare col culo.

Cominciamo dall’amore. Dal tuo modo di raccontarlo.  
«Le mie prime canzoni d’amore erano manieristiche. “Serenata rap” era un gioco, parlavo di cose che non conoscevo. 

Stenderei un velo pietoso su "Serenata Rap" evitando di accanirmi ché ho fatto fioretto di non incazzarmi più.

Ho cominciato davvero a scrivere canzoni d’amore quando ho cominciato davvero ad amare. “Bella” è una delle mie preferite».  

"Bella come un [parola a caso]"X 64? Quella intende? Be' sì, devo ammettere che è  bellissima. 
Bello soprattutto il testo. E' stata pure nella colonna sonora ufficiale di quel capolavoro del neorealismo che è "Cucciolo" con Massimo Boldi vestito da bambino. Dev'essere stata una grande soddisfazione (come diceva Cecco a Fantozzi)

Pensavo «A te».  
«“A te” non la so suonare. 

Be', posso capirti Lorenzo. Di fronte alle tecniche ninja che sarebbero necessarie per imparare a strimpellare una tua canzone, ti sei tirato indietro. Mi pare normale: tutto sommato nella vita sei un idraulico, ci mancherebbe che dovessi imparare a suonare le canzoni che fai...

“Bella” sono quattro accordi di chitarra. Se vado in un posto dove non mi conoscono e mi chiedono di cantare qualcosa, io canto “Bella”. La prima canzone da fidanzato di mia moglie. Le cose vengono meglio se le fai con la voglia di fare un regalo a qualcuno». 

Ah perché era pure al top dell'ispirazione quando ha scritto:
"come una finestra che mi illumina il cuscino/

calda come il pane ombra sotto un pino/
mentre t'allontani stai con me forever".
No, cioè: questo ha scritto "stai con me forever" in una canzone. Manco i 'Gazosa', cazzo.

I cinici dicono che la tua è una donna angelicata.  
«La canzone realistica mi mette in imbarazzo. La tua donna avrà anche dei difetti, ma se le scrivi una canzone, non glieli metti. È la lezione del Dolce Stil Novo». 

Sì, poi l'hanno chiamata con un nome più moderno: si chiama 'Ipocrisia'. 
Dire che una persona è speciale perché non ha difetti, è un'assurdità. 
Si può dire che una persona ti piace perché trovi che i suoi difetti siano accettabili, non perché non ne ha. 
Tutti ne abbiamo: io mi incazzo facilmente, sono polemico e dico un sacco di parolacce;
tu canti e respiri.

Tu hai mai detto a tua moglie quelle frasi meravigliose?  
«Certe cose alla tua donna non le dici. Gliele canti. Era già così nel Cantico dei Cantici». 

Ecco una cosa che mi infastidisce. Citi De André, Dante Alighieri, la Bibbia e poi canti "Sei come la mia moto sei proprio come lei andiamo a farci un giro fossi in te io ci starei"? Perché ti vuoi così male?

Citazione religiosa.  
«Il babbo lavorava in Vaticano come factotum, da bambino avevo accesso dappertutto, 

Ecco chi era il pazzo: il padre! È colpa sua se sei cresciuto così. Un bambino lasciato libero di girovagare per il Vaticano, con tutti i preti che ci sono! Peggio che metterlo in mezzo al recinto coi leoni allo zoo.

una volta mi sono affacciato dalla finestra del Papa». 

E hai urlato: «Questo è l’ombelico del mondo!» 
«Purtroppo non la sapevo ancora». 

Ma io direi: PER FORTUNA! Altroché! Era peggio che evocare Satana. Tu canti un pezzo di Jovanotti nel tempio eretto per Dio, se quello esiste sicuro s'incazza e ti fulmina.

Come inizia un concerto?  
«Sono in piedi nel retropalco, dietro un velo nero. In cuffia contano da 1 a 4. Al 2 mi muovo in avanti, al 4 sono sul palco e non ho tempo di emozionarmi: ho delle cose da fare, come un pilota d’aereo. Altrimenti la sensazione di quella folla è talmente bella che andrei fuori controllo: mi spoglierei nudo, tirerei dei petardi. 

Cioè pensi che potresti avere queste reazioni e ti consideri pazzo perché ti piacciono sia Moretti che Sordi? Perché fai così, figliolo?

Poi osservo il panorama. Cerco di guardare le facce. E quando saluto l’ultima fila, guardo veramente l’ultima fila».

E ci mancherebbe pure che barassi!*
*Fosse stato Gasparri a dire questa frase, invece, avrei apprezzato la delucidazione.


Alla fine ti congedi urlando: «Ce la possiamo fare!»  
«Ad Ancona, concerto d’esordio, guardando le facce del pubblico ho pensato: chi raccoglierà questa energia? Ubriacato da due ore e mezzo di emozioni mi è uscita quella frase».  

Minchia! Mi immagino l'entusiasmo! Se uno all'apice della propria euforia riesce a dire "ce la POSSIAMO fare", neppure "ce la faremo" quanto è - non dico depresso - ma anche solo poco meno euforico, cosa pensa? "Impariamo il nodo scorsoio!!!". Che poi, a ben pensarci, mi farebbe diventare simpatico Jovanotti 'sto atteggiamento. "Ragazzi, siamo fottuti!" e tutti che urlano "Evvaiiiiii!". Sarebbe un bel momento per la musica.

Ce la possiamo davvero fare?  
«Sì, se diventiamo meno conservatori, se evidenziamo le cose belle che ci succedono, se ci reinventiamo. 

Be' in effetti lui per farcela si è dovuto reinventare almeno un paio di volte. È partito con la bandiera USA sulla Harley e, dopo essere praticamente sparito per un periodo, è tornato che sembrava un hippie e parlava solo di Cuba. E ora fa quello super partes, tanto da arrivare a dire che apprezzava alcune cose dei comunisti e altre dei fascisti... 

L’esempio dovrebbe venire dall’alto.  
«Ah, se riuscissimo a cambiare le persone nei centri di potere! Il segnale sarebbe talmente forte… Gente nuova nella cultura, nella scuola, nella tv, nell’economia. 

Parola di Lorenzo Cherubini, classe 1966 che a quasi 50 anni si fa ancora chiamare: JOVANOTTI.

Pensa: un Campo Dall’Orto alla presidenza Rai, un Baricco alla Cultura, solo per parlare dei settori che conosco. Questo cambio di facce avrebbe una valenza simbolica che contagerebbe il singolo cittadino, generando entusiasmo. 

Ma non diciamo assurdità. Questa roba è demagogia purissima. Per potare entusiasmo ai cittadini non servono facce nuove, servono FATTI NUOVI. Con le facce nuove non si risolve nulla.

L’individuo non può farcela da solo. Io ho conquistato il mio spazio perché ho trovato delle porte aperte. La politica deve riaprire quelle porte». 

E bravo te! E se poi viene fuori un altro come te? Non bisogna correre il rischio di farvi stare in giro, fuori dal recinto. Quelli come te sono peggio dei lucertolini di 'District 9'.

Questo governo dice di volerci provare.  
«Lo spero, ma non credo che riuscirà a fare grandi cose. Anche se Letta è il primo presidente del consiglio che ha due mesi meno di me… 

È che stai invecchiando, caro mio. 

Ma serve una figura nuova, capace di dialogare anche con i vecchi. 

È assurdo come Jovanotti, riesca a non prendere una posizione su NULLA, pur parlando per ore. Non dev'essere facile. 
Fossi Gramellini chiederei: "Ma preferisci il dolce o il salato?" e lui mi risponderebbe: "Il gelato al cioccolato di Pupo".

Non voglio il governo dei barbudos che cacciano gli anziani. Ma sentire questi che parlano per un mese di Imu…».  

Alla fine l’hanno tolta.  
«Era davvero l’Imu il problema? L’Imu che tornerà il prossimo anno con un altro nome? È questa la figata?». 

E' incredibile come tenga alto il tenore della conversazione chiedendosi se "è questa la figata?". N.b. l'espressione utilizzata dal citatore di Dante a tradimento, è presa direttamente dal suo libro di prossima uscita: "Sono un 50enne ma voglio apparire ggggiovane.
Quali parole sono più adatte ad essere utilizzate nelle interviste?" [Ed. Mondadori, 14,99€] 

Il più grande spettacolo dopo il big bang è sempre Renzi?  
«Porco cane, 

No. "Porco cane", no! Se devi dire porco, abbi almeno il coraggio di dire "Porco Giuda". Invece no, è super partes pure tra Gesù e Giuda. Non si riesce a fargli prendere una posizione che sia una, pare il PD.

se avessimo avuto la forza di mettere un uomo di 38 anni, avrebbe potuto trasformare lo scenario. 

In una repubblica parlamentare? Ma sai quello di cui stai parlando? 

Il nodo della storia italiana recente sono state le Primarie del Pd. 

AHUAUHHAUUHAAUHUHAUH Addirittura? 
Pensa che ero convinto che la storia recente fosse stata più segnata da eventi totalmente secondari quali: 
- Tangentopoli.
- I legami tra Cosa Nostra e Berlusconi (e, più in generale, della politica di praticamente ogni partito)
- I conflitti d'interesse.
- Il 'papello' scritto da Riina.
- La crisi economica più grave della storia.
- Il precariato...
Invece no: il Mondo si divide in 2 parti. Prima e dopo le storiche primarie del PD tra Bersani e Renzi. Vedi a non sapere le cose. Grazie che me le hai spiegate.

Scegliendo Bersani gli elettori hanno difeso un investimento emotivo fatto nella prima parte della loro vita. Fai fatica a rinunciarci, a pensare che devi parlare con il nuovo che non capisci».  

Ma questo è proprio amore vero, finalmente! L'unica volta che è riuscito a prendere posizione contro qualcuno è stato contro Bersani che si è opposto a Renzi. Scelta condivisibile, motivazione piuttosto ridicola, ma apprezzo lo sforzo.

Renzi è andato ad «Amici».  
«E ha fatto bene. Però ha fatto un discorso debole. Doveva trasmettere ai ragazzi una visione di cambiamento. Lui ce l’ha». 

Poteva anche andarci vestito come una persona sana di mente, ma ha deciso di sfoggiare il look alla Fonzarelli... ma sono gusti.
Foto originale, non ritoccata a Photoshop. Giuro. Davvero.


Gli elettori del Pd l’hanno bocciata.  
«Ne hanno avuto paura. Paura di una sinistra a vocazione maggioritaria che sappia mettersi in casa anche gente che non è della sua tribù. Gente che porta scarpe che non ti piacciono, che ascolta musica che tu non hai ascoltato mai».  

Ah ma quindi Renzi aveva le scarpe da fascista che piacevano a Jovanotti da bambino, ora capisco! 

Un militante ti potrebbe dire: perché devo mettermi in casa un fan di «Amici»?  
«Perché lui cambierà un po’ te, ma tu cambierai un po’ lui».  

Un po’ la sinistra è cambiata: un tempo ti detestava, adesso ti considera il suo guru.  
In effetti Lorenzo ha un proprio la faccia come il guru. 

«Ricordi “Le cose per cui vale la pena vivere”?»

L’amore, il sesso, gli amici… Era la rubrica del settimanale satirico «Cuore».  
«Nella Top 10 c’era anche: “Impiccare Jovanotti per le palle”».  

Questa mi pare un'idea debole, ma ancora non so perché...

Addolorato?  
«No.

Ah ecco perché: non hai le palle! Come puoi essere addolorato se le vogliono usare per appenderti? 

È sempre bello essere in classifica. Era il 1993. L’anno dopo Michele Serra mi invitò alla festa di “Cuore”, ero l’animale curioso da scrutare da vicino. Accanto a me Adriano Sofri e Beniamino Placido». 

Oh che carino, Adriano Sofri. Che bella compagnia. Complimenti.

Tema del dibattito?  
«Le parole della sinistra per comunicare. Io dissi: Miracolo, perché, come dimostra Gesù, per convincere la gente non basta la parola, ci vuole l’esempio». 

Ti hanno lapidato.  
«Mi hanno applaudito. La “svolta” è iniziata lì. Quel giorno Beniamino Placido criticò la deriva ecologista della sinistra. La sinistra, disse, dovrebbe volere addolcire la natura, che lasciata a se stessa è selettiva, crudele».  

Non dirmi che sei d’accordo?  
«Dobbiamo vivere la natura, ma non essere la natura. La foresta amazzonica insegna che il mondo è ingiusto, che le piantine piccole non ce la fanno, ce la fanno le più stronze che si attaccano alle grandi. Conosci il matapalo?». 

Mai avuto il piacere.  
«Il matapalo è un arbusto che si arrampica intorno all’alberone, finché lo soffoca e ne prende il posto, in attesa che un altro matapalo l’avvolga e lo soffochi. 

Ma questa cosa non causa danni all'ecosistema. Il diboscamento della foresta Amazzonica è un dramma che si consuma giorno per giorno e non è opera del matapalo, ma dell'uomo. Piaccia o non piaccia a Jovanotti. L'ecologia e il matapalo sono due cose che non c'entrano nulla.

La natura è crudele, fidati. A noi piace quella finta, le colline della Toscana, ma quei panorami li ha fatti l’uomo. È la destra che esalta la wilderness della natura. La sinistra deve tenere insieme natura e cultura, il lupo e l’agnello, come li chiamava Gurdjieff».

Gurdjieff? Intendi quel Gurdjieff che, secondo quanto riporta wikipedia torturava le persone? Be' devo dire che parlando della crudeltà della natura che dovrebbe essere mitigata dall'intervento dell'uomo, hai scelto proprio la persona giusta. I miei complimenti.

Quindi il Jovanotti ecologista non esiste più?  
«In un’economia di sostenibilità ecologica, oggi l’idea forte è come rilanciare il lavoro, la famosa Crescita». 

Traduzione: ora non va più di moda. 

Che molti a sinistra considerano una parola orribile.  
«Io la trovo bellissima. Non si cresce solo in estensione, anche in profondità». 

Non ti spaventano otto miliardi di persone?  
«Il mondo è vuoto. Sorvolalo in aereo e te ne accorgerai. 

Lorenzo carissimo, le zone che tu vedi vuote si chiamano "mari". E il mare è stato fatto per i pesciolini. Capito? Ecco, bravo. Torna a parlare delle scarpe dei fascisti che ti piacciono tanto, da bravo.

È bello dove c’è un sacco di gente, ci sono più opportunità. Un giorno, in una megalopoli, guardavo con orrore la favela cresciuta accanto a un quartiere ricco, ma chi era con me disse: crescere con un quartiere ricco accanto è l’unico modo in cui un ragazzo povero può pensare di cambiare la propria vita. La vera povertà è sempre povertà di visione». 

Questa frase è ignobile. Fine.

Ma chi era il tuo accompagnatore, Briatore?  

Persino il mite Gramellini se ne è accorto, devo aver ragione.

«Quando in una città nasce un nuovo edificio per me è una festa. Finiamola con questa mania di preservare e basta. 

Eh giusto! Cazzo è 'sto rudere che c'è in mezzo a Roma? "Colosseo"? Cazzo vuol dire? E' vecchio, cade a pezzi, meglio farci un bel centro commerciale pieno di gente e siamo tutti più allegri.

Altrimenti diventeremo un’Italia in miniatura come quella di Rimini, ma a grandezza naturale. Il più grande desiderio di un ragazzo cinese è comprare un telaio, perché di lì a tre anni gli permetterà di aprire un’azienda, di diventare qualcuno».  

Allora davvero pensava di aprire un centro commerciale. E io che volevo provare a fare una battuta...

Il nostro telaio qual è?  
«Essere italiani. È qualcosa, specie fuori dall’Italia. Esiste un pregiudizio positivo nei nostri confronti». 

Basta guardare un film americano per vedere quali parti riservano a coloro che hanno l'accento italiano. Se non sono mafiosi poco ci manca. 

Fino a Berlusconi.  
«Ti sbagli. Berlusconi ha confermato il pregiudizio positivo: lo guardano come una cosa impensabile, inspiegabile, come il festival di Sanremo o la commedia all’italiana.

Cioè il fatto che non riescano a capire come diavolo abbiamo fatto ad avere un presidente del genere, secondo lui, è parte del "pregiudizio positivo" che ci sarebbe nei nostri confronti?

So che a Hollywood stanno pensando di fare un film su di lui con Jack Nicholson».  

Sì, stanno girando quello, come stanno girando un film su Andres Breivik e uno sul tizio che ha rapito la Natascha Kampusch. Quindi devono esserci anche dei pregiudizi positivi sui norvegesi e sugli austriaci. Per non parlare dei tanti film che sono stati fatti su Al Capone (italianissimo), o su Hitler.  Il fatto che ne facciano un film è un elemento neutro. Bisognerà vedere cosa faranno vedere in quel film.

Il sequel di «Shining»?  
«Lui è Terminator: a un certo punto sembra che sia rimasta solo una lucina rossa, ma poi si riforma… La sua storia non finirà mai, il suo nome ci dividerà per sempre. 

Il fatto è che Berlusconi non dovrebbe dividere. Esattamente come non divide Al Capone (per altro entrambi sono stati condannati per lo stesso reato). Il fatto che esistano persone che si dividono su Berlusconi è già questo un fatto inspiegabile. O, come direbbe Lorenzo, parte del "pregiudizio positivo" che hanno gli altri nei nostri confronti.

Immagina se fra cent’anni, quando forse morirà, un sindaco decidesse di dedicargli una piazza…».  

Tra 100 anni?!??!? Ma speriamo qualche annetto prima, capace che mi scade lo spumante...

Ti è simpatico?  
«Umanamente sì. Ma lo combatto perché in tutti questi anni non ha fatto nulla per l’Italia. 

Ma non diciamo assurdità. Chi ha devastato la giustizia in Italia? Chi ha fatto le peggiori leggi pro Mafia? Chi ha demolito la scuola, l'università, il cinema e l'arte? Chi ha legalizzato di fatto il falso in bilancio? Chi ha comprato senatori?  Chi ci ha sputtanati in ogni vertice internazionale con figure di merda che si ricorderanno per i prossimi 100 anni? Non si può dire che non abbia fatto "nulla". Ha fatto eccome. Onore al merito.

In lui vedo il prodotto di un Paese di individui e non di cittadini, un Paese che la sinistra non ha capito. La sinistra non ha raccolto la sfida. Ha giocato un altro sport».  

Il conflitto d’interessi ha truccato le regole del gioco.  
«Okay, hai un pugile che si è messo le pietre nei guantoni, ma tu inventati qualcosa.Reagisci. Bisognava essere lì, occupare gli spazi. Era un partita pop, basata sull’immagine, la ripetitività, la costruzione di un marchio. Non basta dire che il giaguaro è smacchiato. Bisogna essere».  

.... (sono letteralmente senza parole)

Berlusconi non è finto?  
«No, lui è esattamente quello che è. Per questo più ne fa, e più i suoi gliele perdonano».  

Gli daresti la grazia?  
«Se la chiedesse e gliela concedessero, non mi scandalizzerei. Perché per me è un avversario politico, non antropologico. 

E se ti stuprasse la figlia? 
Sarebbe un avversario politico lo stesso? 
Perché, siccome uno ruba alla collettività evadendo le tasse mentre le impone ai cittadini, è solo un "avversario politico", allora magari il discorso vale anche per uno stupratore. Oppure no? 
Qual è il discrimine? 
Quando un politico smette di essere un semplice politico? 
Secondo me (che sicuramente sbaglierò), smette nel preciso istante in cui non fa più politica ma si occupa d'altro (tipo rubare o frequentare prostitute minorenni). È allora che parlare di "avversario politico" smette totalmente di essere sensato.

Ma adesso ci serve Renzi. Serve cambiare il simbolo. Il racconto del nostro Paese langue.

Ah serve un'altra presa per il culo? Pensavo servissero cose concrete. Invece no. "Simbolo nuovo", "racconto nuovo" e siamo a posto. "Sarebbe questa la figata?" (cit.)

Bisogna inserire personaggi nuovi per renderlo affascinante. Dopo Berlusconi e Grillo c’è bisogno di energia nuova». 

DOPO GRILLO?!? Cioè abbiamo avuto Berlusconi al governo per 4 volte, Grillo ha fatto 4 mesi di opposizione e, per te, pari sono? Ho decine di critiche da muovere a Grillo, ma paragonarlo a Berlusconi è francamente assurdo.

Grillo non ne ha?  
«Sono un fan dell’uomo di spettacolo. Mi conferma nella mia rabbia, ma questa rabbia non si trasforma in entusiasmo. Non voglio offendere chi l’ha votato, sono sicuro che l’ha fatto in buona fede, ma quando ascolti un comizio di Grillo non ti viene mai voglia di rimetterti in gioco, di cambiare la tua vita». 

E quando ascolti Renzi sì? A me, quando lo sento parlare, più che di cambiarla, viene più voglia di porre fine alla mia vita.

Tu stai per cambiare la tua. Oltreoceano.  
«Sono un privilegiato, ma invece di comprare una Ferrari ho deciso di andare in America a investire su me stesso. 

Avessi i soldi io, invece, comprerei una Ferrari per investire te. Pensa un po'.

Imparare a fare una cosa che non sapevo fare, suonare per un pubblico che non sa chi sono».  
Perché specificare "per un pubblico che non sa chi sono"?

Quale demone ti muove?  
«Seguo cose che mi attraggono in modo misterioso. I nomi delle città, per esempio. Vladivostok mi fa impazzire: prima o poi ci andrò.

Ecco, bravo. Magari prendi la residenza lì, se te la danno.

I pellegrinaggi sono un elemento fondamentale della mia vita. Da fan di “Cent’anni di solitudine” sono stato ad Aracataca, dove Garcia Marquez ha ambientato Macondo. Ho scoperto che non ha inventato niente. Ha descritto. È un giornalista, come lo era Fellini. La fantasia è vedere davvero la realtà».  

Metà della tua libreria è occupata da testi di spiritualità e misticismo.  

Quindi ha UN libro di spiritualità e misticismo.

«Mi affascina quel patrimonio di sapienza millenaria. E il concetto cristiano della grazia. 

Ah quindi parlava di questa 'grazia' prima? No, Lorenzo, c'è stato un qui pro quo: Berlusconi vuole la grazia nel senso che non vuole andare in galera, al limite vuole Grazia che ha visto passando in auto blu dalle parti di Casoria. A lui della 'grazia' cristiana non gliene fotte un cazzo.

Più di quello orientale del karma. Il karma presuppone che devi aiutare la vecchina ad attraversare la strada perché così invece che in un porcospino ti reincarnerai in una palma.

No, questo non è il karma. Questo è quello che pensi dopo che hai stappato 4 chiloom.

La grazia significa che non devi impegnarti per la ricompensa, ma solo per il piacere di impegnarti». 

Il figlio dell’ex dipendente vaticano è un credente?  
«Ogni tanto mi capita di avere fede, ma dura poco. L’ho detto ad alcune suore. Mi hanno risposto: dura poco anche per noi, poi per fortuna ritorna». 

Ti piace questo Papa?  
«Come fa a non piacermi uno che dice: ci vuole gioia e coraggio! Mi copia…». 

Non credo servano ulteriori commenti.

Cosa ti dice la gente quando ti incontra?  
«Che sono meglio dal vero che in tv... Ma io voglio essere meglio in tv!». 

Quindi farai il co-conduttore del festival di Sanremo?  
«Se Fazio lo spostasse la prima settimana di agosto, ci starei. A febbraio non posso, devo andare in giro per il mondo a cercare ispirazione per il disco nuovo. 

A Lore', ma stare comodo a casa per qualche tempo? Che ne dici? Te ne sarei grato, davvero. 

Però prima o poi un programma lo farò. Il titolo c’è già: “Penso positivo”». 

È la tua canzone prediletta?  
«Le mie preferite sono “Bella” e “Ragazzo Fortunato”, scritta pensando ad “Azzurro”». 

Parti dal testo o dalla musica?  
«Certe volte scrivo prima tutto il testo: è il caso di “A te”. Altre volte no. Un giorno mi appuntai una frase che mi era uscita di botto. Tempo dopo, mentre guardavamo un video che parlava delle canzoni di successo che avevano gli stessi accordi, Saturnino ha preso la chitarra, ha fatto quegli accordi e io ho cominciato a cantarci sopra quella frase: “Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi”».

Ah era quella la frase che t'è uscita di botto? Be' complimenti. Hai fatto proprio bene a scriverla poi. E hai fatto ancora meglio a ripeterla 456 volte durante i 3 minuti di canzone.  

Come farai a chiamarti Jovanotti a sessant’anni?  
«A sessant’anni funzionerà ancora di più. Sul web gira una battuta: da ragazzo Vecchioni si chiamava Jovanotti…». 

Sì, ma le battute dovrebbero far ridere. Non è che "funzionerà ancora di più", semmai "sarà ancora più ridicolo" al limite. E comunque i 60 anni sono più prossimi di quanto tu possa pensare.

L'intervista è finita, andate in pace.