venerdì 11 ottobre 2013

Il reato di dissentire

UTILE PREMESSA PER I GRILLINI
Non ho nulla contro il vostro leader, né contro Casaleggio, alcune delle cose che queste persone dicono mi trovano d'accordo. 
Nessuno mi paga per "parlare male" di Grillo. 
Non sono geloso del suo talento, gli riconosco tutti i meriti che oggettivamente ha avuto e pure qualche merito che magari altri trovano un difetto, io personalmente glielo riconosco come un pregio. 
Non faccio parte di nessun partito. 
Non ho mai militato in alcun movimento, ideologicamente mi collocherei a sinistra ma senza il senso di appartenenza tipico.
Se ritengo che Grillo faccia una cosa sbagliata, mi sento in diritto (per non dire quasi in dovere) di dirlo. Ed è ciò che faccio.

UTILE PREMESSA PER GLI ANTI-GRILLINI
Non sono adatto per i blog che hanno fatto del "contro-Grillo" il proprio motto principale. 
Riconosco dei meriti al M5S e porto anche delle critiche ma non penso ne meritino quante (se non di più) ne meritino tutti i partiti che sono entrati in Parlamento da questa "Seconda repubblica" in avanti.


Il reato di dissentire.

Oggi è uscito un articolo intitolato "Il reato di clandestinità" sul blog di Beppe Grillo. Nel post (che credo vada preso come un comunicato politico viste le firme che porta in calce anche se non sono molto pratico di movimenti che entrano in Parlamento senza essere un partito)  Grillo e Casaleggio spiegano il loro pensiero su questo reato che il Parlamento ha deciso d'abolire e su cosa ne pensano della democrazia. Procedo ad analizzare punto a punto il Grillo(e Casaleggio)-pensiero, così non mi perdo nulla. 



Ieri è passato l'emendamento di due portavoce senatori del MoVimento 5 Stelle sull'abolizione del reato di clandestinità. 



Notare Bene: questi due tizi non sono "due senatori del MoVimento a 5 stelle", questi sono "due PORTAVOCE senatori"! Cosa cambi di preciso, ad essere sincero, non mi è chiaro. E non è chiaro neppure alla Costituzione, non è chiaro neppure a non addetti (o adepti) ai lavori, ma a tutti i fedeli del MoVimento, per qualche strano motivo pare esserlo. Quindi prendiamolo come un dato di fatto: questi due sono portavoce senatori.


La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. 

Eh no, non è affatto vero che è "del tutto personale", i due innominabili signori sono diventati senatori perché hanno preso dei voti. Non sono stati trasportati lì dallo Spirito Santo. Qualcuno li ha messi in lista, qualcun altro li ha votati e questi sono diventati senatori. Quindi non parlano "a titolo personale", parlano per la gente che li ha votati. Grillo (e Casaleggio) devono farsene una ragione. 


Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all'interno.Non siamo d'accordo sia nel metodo che nel merito. 

Anche io ho obiezioni nel metodo e nel merito al vostro modo di comportarvi. Prego, prima voi...

Nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno. 

Mi spiace che Grillo pensi questo. E' un pensiero magari anche non blasfemo, magari persino condivisibile... ma E' ANTI-COSTITUZIONALE. Non si può protestare contro le immonde modifiche che Berlusconi vuole apportare alla Carta e poi sbattersene i coglioni di quello che c'è scritto dentro. O la si difende o la si attacca. E, invece di attaccarla e basta (ruolo di un comico), si dovrebbe pensare ad attaccarla e cambiarla (ruolo di un politico). Non si può ignorarla quando ci fa comodo non vedere cosa c'è scritto e riscoprirla quando sappiamo che c'è scritto qualcosa che ci piace. 
Nella Costituzione, all'articolo 67, sta scritto che...


« Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato »


Non per essere sempre pignolo, ma dubito che chi ha scritto la Costituzione quando ha scritto "la Nazione" intendesse il M5S e quando ha precisato "senza vicolo di mandato" intendesse dire che il parlamentare fa quello che vogliono quelli che votano sul blog di Grillo o nei meet-up o nelle assemblee di condominio. Non è così che funziona.


Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. 

"Senza controllo"? Questo è addirittura eversivo. Il senatore è "senza controllo", per sua natura, Voglio dei galantuomini in Parlamento che non abbiano nessuno a tenerli alla catena, Se a Grillo non piace, dica apertamente che vuol comandare lui da fuori senza intermediari. Questa cosa non credo verrà presa molto bene dagli italiani.

Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. 

Questo è un discorso di marketing puro e, come tale, in politica mette i brividi. Innanzitutto non sappiamo cosa sarebbe successo, "con i 'se' e con i 'ma'/ la storia non si fa" diceva sempre mia nonna. Ma il punto più importante è che il politico deve fare ciò che è giusto, non ciò che la gente vuole (senza un vaglio critico). Altrimenti aboliamo il Parlamento e governiamo col televoto. Un politico deve saper guardare un po' oltre il proprio riscontro numerico. Credo che "Governare" (con la G maiuscola) il Paese non voglia dire assecondare sempre la parte di popolo che la pensa simile a noi, Governare significa prendere delle decisioni che per lo meno sembrino sagge a noi che le prendiamo. Se una cosa la si pensa giusta, la si fa. A prescindere dai sondaggi.


Sostituirsi all'opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono "educare" i cittadini, ma non è la nostra.

"La volontà popolare" è un parolone senza significato. Non so quante persone siano favorevoli e quante siano contrarie alla Bossi-Fini ma quella legge è ignobile, xenofoba, classista, assurda, genera criminali, sfruttamento ed idiozia. E fossi un politico mi batterei per abolirla. Ma non sono, né voglio diventare, un politico. Da cittadino la trovo una legge sbagliata. E se mi trovassi, per un caso di omonimia (perché diversamente sarebbe difficile che capiti) in Parlamento eletto con il M5S, mi batterei per abolirla. E sentirei di fare una cosa giusta. Perché le persone hanno delle idee, anche se a qualcuno dispiace. Credo che "volontà popolare" sia il modo che i reazionari hanno inventato per definire ciò che ritengono giusto rimanga così.



Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un'unica entità. Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell'Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l'Italia. 

No. Nel merito il reato di clandestinità è immondo, orrendo e insensato. Crea discriminazione, rende le persone "illegali" per ciò che sono e non per ciò che hanno fatto. Non mi importa se anche in altri Stati è presente: quel reato è sbagliato. 
Ma finché lo ritengo sbagliato io, uno può pensare (più che giustamente) che la mia idea sia trascurabile. Il problema si pone quando il reato è contro i principi dettati dalla nostra Costituzione. Quando la Costituzione dice "Tutti i cittadini [...] sono eguali davanti alla legge, senza distinzione [...] di condizioni personali e sociali" penso che sia piuttosto chiaro ciò che si intende. Senza bisogno che nessuno ce lo spieghi. Si legge quella frase e la si capisce.
Nota di gusto, Stefano Rodotà, che il M5S voleva come Capo dello Stato, è stato tra i firmatari di un "Appello contro l’introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti"


Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice "La clandestinità non è più un reato". Lampedusa è al collasso e l'Italia non sta tanto bene.

Non certo per colpa della legalizzazione della clandestinità (che non vuol dire "aprire le porte a chiunque", ma solo "accogliere chi ne ha diritto e si comporta bene"). Quindi l'argomentazione è pretestuosa. E pure un po' razzista.

Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?". 

"Di accogliere"? Ma che è? Il grand hotel? 
Io credo che tra il "clandestino" e l'"ospite d'onore" ci siano varie sfumature. Una tra esse è lo "straniero" che, per come la vedo io, deve essere fatto entrare, controllato e, una volta chiarito cosa vuol fare, dove lo vuol fare e come intende farlo, si decide se farlo entrare oppure no. 
Restando ben chiaro che non abbiamo bisogno di altri criminali (di cui, lo ricordo agli xenofobi, siamo il primo esportatore mondiale. Tra i criminali che hanno avuto più successo, moltissimi di questi erano - e sono - italiani. Non dimentichiamolo mai), ma abbiamo certamente bisogno di bambini, ragazzi e persone serie, capaci e volenterose. E sono quelle che dovremmo imparare non ad "accogliere" (termine che detesto) ma ad "attirare" (perché in Italia, sarebbe carino se fosse premiato il merito). 
Perché lo straniero non è un nemico. Parte degli stranieri  lo sono.
Odio i criminali stranieri, esattamente come odio quelli italiani. 
Finora gli italiani che hanno rubato di più sono quelli che erano ai posti più alti, cerchiamo di non fare lo stesso con gli stranieri.  Premiamo il merito, puniamo il demerito. Non mi pare un discorso tanto assurdo.

Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio

Non vorrei apparire troppo precisino, ma almeno i documenti tanto importanti, potrebbe firmarli "Giuseppe Grillo". Giusto per staccare un po' la figura del clown da quella del politico. Altrimenti si crea confusione. E non credo ce ne sia bisogno. Ma ora devo reggere lo statuto che si chiama "Non-statuto" così avrò le idee più chiare.



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